A volte scompaiono, senza più essere ritrovati. Altre volte la loro scomparsa è solo “morale”. Parliamo di chi si allontana dalle persone più care e trova rifugio in una delle tante sette sparse per il territorio del nostro paese.
Vediamo insieme il fenomeno delle sette e i loro meccanismi
Cosa è una setta
Prima di addentrarci nel mondo “oscuro” delle sette, e di quelle presenti sul nostro territorio, proviamo a spiegare che cosa si intende con il termine Setta.
È un termine di derivazione latina che può essere tradotto con “Sequor”, cioè seguire e “Secare”, cioè tagliare.
Entrambi i verbi latini citati sembrano estremamente in linea con il fenomeno settario, considerando che chi entra a far parte di una setta, come prima cosa, segue qualcuno, i suoi insegnamenti, una dottrina specifica ecc ma, in un secondo momento, taglia tutti i suoi legami più stretti, isolandosi, come richiesto dall’organizzazione della setta o come scelta personale.
Le sette possono essere di diverse tipologie. Si passa dai gruppi religiosi, “classici”, che prevedono una dottrina specifica da seguire ed un particolare personaggio che diventa guru e “messia” di questi nuovi adepti. Per arrivare a quelle di stampo satanista, a quelle di stampo psicologico, chiamate appunto “Psicosette”, che risultano, da sempre, le più pericolose, perché capaci di manipolare gli adepti sul piano psicologico. Molto diffuse sono poi quelle legate a particolari “terapie di purificazione”, molto in voga di questi anni intensi e vissuti di fretta.
Altre sette, invece, hanno un pericoloso obiettivo di tipo “sessuale”, non sono rari infatti i gruppi dediti allo sfruttamento e alla manipolazione delle partecipanti.
Ma perché le sette sono così diffuse e così pericolose? La risposta a questa domanda sta nei loro meccanismi contorti di convincimento. A partire dal famoso Love Bombing, e cioè dalla tecnica di “Bombardamento d’amore” che accomuna quasi tutte le sette esistenti.
Questo termine, introdotto dalla psicologa Margaret Singer, sta ad indicare il momento iniziale di introduzione dell’adepto alla setta. Si tratta di gesti, estremamente plateali, di amore e affetto, volti alla manipolazione del nuovo adepto. La tecnica del Love Bombing serve, in maniera particolare, ad isolare la persona, che crederà di aver trovato nella setta un ottimo sostituto alla sua famiglia e ai suoi affetti.
La tecnica invece chiamata BITE (Behaviour, Information, Thoughts, Emotions control) è successiva e serve a controllare il comportamento, le informazioni, i pensieri e le emozioni degli adepti, fino a diventare un tutt’uno con la setta ed il gruppo, e a considerare veri e propri nemici le persone che si trovano all’esterno della stessa.
Con questi presupposti, è facile capire perché le sette siano considerate estremamente pericolose a livello sociale. Ma andiamo a vedere i dati sulla loro diffusione in Italia.

La diffusione delle sette in Italia
Il fenomeno settario ha da sempre un ruolo particolarmente influente e pericoloso, nel nostro paese. Tanto che, nel 2006, è stato istituito un nucleo della Polizia di Stato che risponde direttamente alle esigenze di limitare le sette e la loro pericolosità sociale. Si chiama SAS, Squadra Anti Sette e dispone di un numero di telefono “Anti sette”.
Per analizzare, nel concreto la diffusione di questo fenomeno, andremo a citare uno studio del 2015, elaborato dal Cesap, Centro per gli Studi Psicologici. Non è possibile citarne uno governativo, perché l’ultimo studio del Ministero dell’Interno è datato 1998.
Nel 2015 era possibile contare 500 gruppi sul nostro territorio, organizzati come sette. Con circa 80 mila seguaci.
In questi ultimi anni, in realtà, il fenomeno delle sette ha vissuto una vera e propria esplosione, tanto che oggi si possono contare circa tra un milione e due milioni di seguaci.
Tra le più diffuse nel nostro territorio, ci sono quelle religiose e le “psicosette”, che sembrano aver preso il sopravvento. Una psicosetta è un gruppo, solitamente di aiuto, diretto a chi si trova in momenti critici della propria vita, alla ricerca di vere e proprie risposte esistenziali.
Tra i seguaci, invece, troviamo in maniera maggioritaria, persone tra i 30 e i 50 anni, con una cultura medio alta. Ma cosa si può fare per aiutare queste persone e per aiutare le famiglie che si ritrovano colpite da questo fenomeno?
Cosa si può fare
Un buon investigatore sa che le sette sono un vero e proprio campo minato. Per questo motivo, l’investigatore può adottare due tecniche diametralmente opposte: un’osservazione statica che deve essere più che mai discreta, per evitare che gli interessati si insospettiscano e “facciano scudo” alla setta, o una vera e propria infiltrazione, possibile soprattutto nei primi stadi della setta, in particolare quelli dedicati all’affiliazione.
Inoltre, gran parte del lavoro di un investigatore riguarda la vicinanza alle famiglie, in un momento così delicato ed estremo. Le famiglie, infatti, si trovano a dover affrontare gli stessi sentimenti e le stesse situazioni di chi è colpito da una scomparsa.
Se sospettate che un vostro familiare o una persona cara possa essere in difficoltà, non esitate a chiedere aiuto ad un professionista che saprà indicarvi la strada giusta da percorrere.