Segnalare un illecito. Come proteggere il “whistleblower”

Cos’è il Whistleblowing?

Vediamo insieme a cosa si riferisce questo vocabolo inglese e perché è diventato così importante per la legge e per la nostra Pubblica Amministrazione.

Il Whistleblower

Con questo vocabolo di derivazione anglosassone, usato per la prima volta dagli americani, si indica il dipendente che “spiffera” attività illecite svolte sul posto di lavoro

Si usa il termine whistleblower indicando l’azione di “soffiare un fischietto”, per ricondurre questa figura a quella dell’arbitro sportivo che fischia quando rinviene un fallo, quindi un illecito.

Quando parliamo di illecito svolto sul posto di lavoro ci riferiamo a possibili frodi, truffe, pericoli seri per l’azienda come un danno di immagine, per esempio, portati a termine da altri dipendenti o da superiori.

Un comportamento di questo tipo, pur essendo moralmente impeccabile, espone il dipendente a vere e proprie ritorsioni, minacce e, a volte, alla perdita del posto di lavoro.

Ecco perché è stato necessario intervenire per creare una vera e propria tutela di questi lavoratori.

La tutela dei Whistleblowers

Il primo atto di tutela verso queste figure è la legge Severino del 2012 che prevedeva una protezione solo per i dipendenti pubblici che decidevano di denunciare illeciti interni alla Pubblica Amministrazione.

Con la legge 90 del 2017, l’Italia ha recepito la direttiva Ue che prevedeva serie disposizioni per la tutela del whistleblowing, allargando questa protezione anche ai dipendenti privati.

Nello specifico la legge ci dice che: 

“il pubblico dipendente che, nell’interesse dell’integrità della pubblica amministrazione, segnala al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ovvero all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), o denuncia all’autorità giudiziaria ordinaria o a quella contabile, condotte illecite di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro determinata dalla segnalazione.”

Come si può vedere, nessuna ritorsione può essere destinata a questo tipo di segnalazioni. Questa legge si inserisce in un vero e proprio campo minato dove, da sempre si riservano vere e proprie vessazioni, spesso mobbing e in modo ancora più drammatico perdita del posto di lavoro, per i lavoratori che desiderano denunciare.

Inoltre, la legge del 2017 inserisce un’ulteriore forma di tutela, forse ancora più significativa, cioè l’anonimato di chi denuncia.

L’identità del segnalante non potrà mai essere rivelata, ed è coperta da segreto anche nell’ambito di un seguente procedimento penale.

A conferma di questo, l’ANAC ha previsto una nuova modalità di segnalazione. Una vera e propria app chiamata, appunto, “Whistleblower” che potrà essere utilizzata per le segnalazioni anonime. E’ possibile anche usufruire del link per le segnalazioni sul sito dell’ANAC.

Un po’ di statistiche

L’Autorità Nazionale Anti Corruzione, l’autorità preposta a questo tipo di segnalazioni, stila ogni anno un rapporto sul whistleblowing.  L’ultimo rapporto ci dice che nel 2018 le segnalazioni sono state 783, rispetto alle 364 e 183 dei due anni precedenti.

È quindi evidente che la previsione di una legge a tutela delle segnalazioni ha aumentato la fiducia dei dipendenti e, contestualmente, le denunce.

Non c’è poi una vera e propria differenza geografica riguardo alla provenienza delle denunce, si denuncia indifferentemente da nord a sud.

I maggiori segnalatori sono i dipendenti pubblici (55% delle segnalazioni) e i dipendenti delle società partecipate o degli enti economici (15%).

E ancora, le segnalazioni più numerose riguardano gli appalti (22%), la corruzione (18%) e i concorsi truccati (12%).

Una piccola curiosità. Le segnalazioni sono pari a zero nelle Università e negli Istituti Bancari.

Le buone notizie

Questa ondata di segnalazioni e denunce, ha portato in realtà anche delle buone notizie e dei buoni risultati, quelli che l’ANAC definisce “buone pratiche”.

Segnalare ha aumentato la fiducia nello strumento e nell’app dedicata alle denunce

Alcune segnalazioni hanno poi portato a vere e proprie revisioni di procedure e procedimenti, che si sono poi concluse con un risultato positivo e affidabile. Inoltre, in alcune realtà, ha contribuito a creare un clima più disteso tra dipendenti e superiori.

In cosa può esservi utile Nemesis?

Noi di Nemesis ascolteremo la vostra storia, vi accompagneremo nella scelta delle strategie da attuare. Vi consiglieremo i migliori professionisti a vostra difesa, nel caso in cui le vostre segnalazioni abbiano avuto ripercussioni gravi come atti di mobbing o minacce.
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