Alexa può fare da testimone in un processo?

Il dispositivo si chiama Amazon Echo, la voce con la quale interagiamo, Alexa. 

Ma, questa voce, risponde soltanto alle nostre domande o ci ascolta anche in altre situazioni? E, se ci ascolta, Alexa può fare da testimone ad un processo? Vediamo due casi particolari. 

Il caso Victor Collins

Una partita di football americano, una grande quantità di alcol e una serata tra amici che finisce nel sangue. È il 2015, ci troviamo in Arkansas e l’omicidio di Victor Collins balza agli onori delle cronache per un testimone a dir poco… particolare.

Victor raggiunge la casa del suo amico James Bates, insieme ad altri, per assistere ad una partita, gli amici bevono, si rilassano, e terminano la serata nella vasca idromassaggio di Bates.
La mattina dopo, Victor Collins viene ritrovato morto, in quella stessa vasca, in una pozza di acqua e sangue, con evidenti segni di colluttazione. I primi rilevamenti della scientifica accertano segni di pulizia profonda, sui bordi e intorno alla vasca. E il padrone di casa, James Bates, viene quasi immediatamente sospettato di omicidio.

Nessun testimone per quell’evento… tranne Amazon Echo e la sua voce, Alexa. 

Il dispositivo si trovava, infatti, sulla scena incriminata. Era appoggiato sulla vasca idromassaggio e trasmetteva musica. 

Gli inquirenti del caso iniziano ad avanzare l’ipotesi di poter interrogare Alexa sull’accaduto. E come? Chiedendo le registrazioni di quella sera al suo colosso commerciale di appartenenza, Amazon.

Amazon, dopo aver analizzato la richiesta, seppur bizzarra, acconsentiva a consegnare le registrazioni di quella serata, per la ricerca di prove. Prove che non riuscivano però a dimostrare i fatti, con la conseguenza che Bates fu scagionato da ogni accusa.

alexa può fare da testimone

Il femminicidio di Silvia Galva

Il caso di Victor Collins non è però l’unico. A distanza di anni, e precisamente nel 2019, Alexa veniva “interrogata” anche sul femminicidio di Silvia Galva.

Ci troviamo in Florida, e il principale sospettato dell’omicidio è il fidanzato della vittima, Adam Crespo.

La scena del crimine è particolarmente disturbante, Silvia Galva viene infatti ritrovata trafitta da una lancia. Il fidanzato riferiva alla polizia di aver avuto uno scontro violento con la vittima, di averla trascinata fuori dal letto, ai piedi del quale si trovava la lancia incriminata. 

Lo stesso Crespo riportava poi di aver lasciato la stanza da letto e di esservi ritornato a distanza di tempo, ritrovando la fidanzata ormai senza vita. Crespo a quel punto chiedeva aiuto e chiamava i soccorsi, togliendo la lancia dal petto della fidanzata, pensando, in realtà, di migliorare la situazione.

Nessun testimone dell’accaduto e quindi, la polizia della Florida, anche in quel caso, decideva di scomodare l’assistente vocale di Amazon. 

La richiesta, già pervenuta ad Amazon, potrebbe condannare o scagionare Crespo, grazie alle possibili registrazioni ambientali dell’assistente vocale. Non sono ancora disponibili, però, aggiornamenti sulla vicenda giudiziaria.

Alexa ci ascolta?

Come vedete da questi due casi, è lecito sospettare che qualcuno, o qualcosa, ci ascolti. Anzi, questa attività, comune a tutti gli assistenti vocali, è chiamata “Passive Listening”, una sorta di dormiveglia digitale, durante il quale il dispositivo può essere “risvegliato” dalle nostre parole. 

Alexa, per esempio, risponde ad un nostro comando, che viene esplicitato vocalmente. È facile intuire che la stessa Alexa debba essere sempre attenta a ciò che succede nell’ambiente circostante, per rispondere a quel comando tempestivamente.

Alcuni assistenti digitali, poi, in particolare quelli collegati a microfono e videocamera, possono registrare non soltanto voci e suoni ma anche le immagini di ciò che succede intorno a loro. Chiaramente, la testimonianza di questi assistenti digitali, può essere scomodata solo in casi estremi e di estrema gravità e non senza chiedere il permesso ad Amazon o alle aziende simili.

Esiste la possibilità di disattivare queste funzioni, soprattutto nell’ottica dei dati personali e della loro diffusione. È naturale che la nostra prima preoccupazione sia quella di proteggere la nostra riservatezza e i nostri dati, ecco perché vi condividiamo i consigli del Garante della Privacy, sul corretto utilizzo degli assistenti vocali. (Internet of Things) Assistenti digitali (Smart Assistant).