Lo sentiamo nominare ogni giorno. Il Green Pass, conosciuto anche come Certificazione Verde, un documento che sta diventando necessario per svolgere anche le più semplici attività quotidiane. Vediamo insieme cos’è, dove viene richiesto e chi può controllarlo.
Cos’è la Certificazione Verde
Il Green Pass è in realtà una certificazione europea, un vero e proprio lasciapassare per ogni paese del vecchio continente. Entrato in vigore con il regolamento europeo del 1 luglio 2021, come misura di contrasto alla diffusione del Covid – 19, permette gli spostamenti delle persone e le attività collettive perché attesta:
- L’avvenuta vaccinazione contro il Covid – 19 (è sufficiente aver ricevuto una sola dose, per i vaccini a più somministrazioni, per ricevere il Green Pass)
- La negatività ad un test di ricerca del Covid – 19 (tampone o tampone rapido, non fa differenza)
- La guarigione dal Covid – 19
Il certificato viene rilasciato in versione digitale e cartacea ed è gratuito. Attualmente, nel nostro paese, il Green Pass è richiesto in ambienti dove potrebbero verificarsi assembramenti, per gli eventi, per la scuola e per le università, per i trasporti a lunga percorrenza. Non è ancora obbligatorio nei luoghi di lavoro ma le aziende si stanno organizzando con il personale, per la gestione di spazi comuni e mense.
Ad oggi, non esiste un vero e proprio obbligo vaccinale, che sarà discusso nei prossimi mesi, e la diatriba sul Green Pass e sulla sua legittimità si è fatta sempre più chiassosa e violenta. I due fronti, quello di chi lo ritiene necessario e quello di chi ritiene sia una grave violazione della privacy, si scontrano quotidianamente. Il certificato, infatti, reca alcuni dati personali della persona che lo sta esibendo e, per ovviare alle ovvie problematiche di riservatezza legate ai certificati sanitari, i governi dei vari paesi UE hanno riconosciuto e delegato alcuni professionisti al controllo e alla verifica di questa certificazione. Vediamo chi e come.
Chi può controllare il Green Pass
La Certificazione Verde, come dicevamo, reca i dati personali del proprietario, quali nome, data di nascita, data di rilascio e alcuni suoi dati sanitari relativi alla vaccinazione o alla guarigione dal Covid – 19. Inoltre, reca un particolare codice QR, che viene controllato attraverso l’utilizzo di una particolare applicazione.
Chiamata c-19, è l’unica applicazione utile al controllo del Green Pass e della sua autenticità.
L’applicazione non registra e non conserva in alcun modo i dati dell’intestatario, risolvendo di fatto alcune effettive problematiche di privacy.
Problematiche che vengono risolte, ulteriormente, individuando e delegando alcune figure al controllo di questa certificazione.
In particolare, la circolare del Ministero dell’Interno n.15350 del 10 Agosto 2021 identifica i cosiddetti “Verificatori”, vediamoli in questo elenco:
- Pubblici Ufficiali che, come si legge nella circolare, sono “notoriamente muniti del potere di identificazione delle persone”
- Addetti al Controllo di Pubblico Spettacolo, i cosiddetti “ex buttafuori”, in possesso di una specifica certificazione prefettizia come da Decreto Maroni n. 94/2009
- Gestori dei locali e loro delegati
- e infine gli Steward, delegati al controllo del Green Pass solo ed esclusivamente negli eventi sportivi
In questi controlli assume poi una rilevanza anche la figura dell’investigatore. E voi vi chiederete, perché?
Gli investigatori professionisti, titolari della licenza prefettizia ex. art 134 del Tulps, che li autorizza all’attività di indagine, possono contare tra le loro fila anche sull’aiuto degli addetti al controllo di pubblico spettacolo. Alle Agenzie Investigative e di Sicurezza tocca infatti la responsabilità e il controllo di queste figure, che possono essere utilizzate per garantire la sicurezza di eventi, manifestazioni, concerti e, da agosto 2021, per il controllo del Green Pass.
Per terminare questa analisi, vogliamo rivolgerci a chi dovesse usufruire di queste figure per il controllo della certificazione verde: dubitate delle società che propongono servizi non in linea con le circolari ministeriali e rivolgetevi ai professionisti qualificati, come gli investigatori autorizzati.