Questo vocabolo inglese, forse, non ci suona molto familiare. In realtà si riferisce ad un fenomeno sempre più diffuso e pericoloso, vediamo insieme di cosa si tratta.
Cosa è l’Upskirting
Letteralmente “Alzare la gonna”, l’Upskirting è un fenomeno passato in sordina per diverso tempo, pur essendo estremamente diffuso.
Si tratta dell’atto di filmare o fotografare ciò che sta sotto la gonna delle donne e poi farne un uso criminale, come quello di diffondere le immagini online, a volte venderle, oppure semplicemente aumentare la propria “collezione” personale.
Per diverso tempo questo comportamento non prevedeva alcuna pena ma, in Inghilterra, grazie alla battaglia di una ragazza qualunque, vittima di questo comportamento, è diventato finalmente reato.
Come spesso vediamo, alcuni reati sono descritti da parole anglosassoni. Questo perché il loro iter per essere riconosciuti come tali, parte proprio dai paesi di lingua inglese.
Abbiamo visto recentemente il CyberFlashing, abbiamo parlato di CyberCrimes e parleremo di altri fenomeni che utilizzano un vocabolo inglese, diventati ormai di uso comune.
La ragazza, che ha permesso di portare alla luce il fenomeno dell’Upskirting, si chiama Gina Martin ed ha 27 anni quando, ad un festival musicale molto famoso in Inghilterra, nota delle attenzioni molto particolari, rivolte a lei e alla sorella, da due sconosciuti.
Durante il concerto e sfruttando la confusione dovuta alla presenza di molte persone, gli sconosciuti fotografavano con i loro smartphone ciò che stava sotto alla gonna delle due ragazze.
La ragazza ha denunciato prontamente l’accaduto alle autorità ma, all’epoca, l’Upskirting non era reato neanche nel Regno Unito.
È solo grazie ad una vera e propria mobilitazione di massa e grazie ad una petizione, che l’Upskirting diventa un disegno di legge e, finalmente, nel 2018, viene dichiarato reato.
L’Upskirting entra nella legge inglese come “Comportamento criminale connesso al Voyeurismo” e come tale, viene punito.
E in Italia?
Nel nostro paese non esiste una vera e propria fattispecie di reato connessa all’Upskirting. Molto spesso, infatti, attendiamo di poter recepire reati e pene già riconosciuti da altri, usando quelle disposizione come vere e proprie linee guida.
Attualmente, però, è possibile ricondurre questo comportamento all’art. 615 del Codice Penale:
“Chiunque, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell’articolo 614 (privata dimora), è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Alla stessa pena soggiace, salvo che il fatto costituisca più grave reato, chi rivela o diffonde mediante qualsiasi mezzo di informazione al pubblico, le notizie o le immagini ottenute nei modi indicati dalla prima parte di questo articolo.”
Come potete vedere dal corpo dell’articolo, nel nostro paese un simile comportamento è punito solo se certe riprese avvengono nei luoghi definiti di “privata dimora”, quindi le abitazioni o i luoghi dove le persone abitualmente vivono.
Chiaramente, possono succedere anche altrove. Quindi i nostri consigli sono principalmente due, per capire quale fine possano aver fatto le vostre fotografie e il vostro materiale, rivolgervi sempre a esperti del settore che potranno rintracciare le vostre foto anche nei meandri più oscuri del web.
E poi, come sempre, denunciare.