Si chiama Revenge Porn e si traduce come “Porno Vendetta”.
Ma non è una vendetta, è un vero e proprio abuso, riconosciuto come reato dal 2019.
Vediamo insieme cosa è il Revenge Porn e come difendersi.
Cosa significa Revenge Porn
Il reato di Revenge Porn è stato introdotto dalla Legge chiamata Codice Rosso, votata ed approvata nel 2019. Una Legge estremamente punitiva, nei confronti di questi comportamenti non solo gravi ma soprattutto offensivi della dignità e dell’identità di ogni persona.
In poche e semplici parole, si tratta della diffusione di materiale “intimo”, delicato, come fotografie e video privati, prodotti non di certo per essere diffusi al grande pubblico.
Vediamo insieme il corpo dell’art. 612 ter che descrive questo reato. Si tratta di un articolo molto lungo ed elaborato, perciò lo analizzeremo a pezzi e nel dettaglio:
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5000 a euro 15000.”
La prima parte dell’articolo ci informa della base fondamentale, di questo e tanti altri reati simili, il consenso. La legge non impedisce di filmarsi in situazioni private e poi diffondere il risultato di quelle riprese ma diffondere queste immagini sarà sempre reato se manca il consenso delle persone interessate. Come potete vedere, si tratta di pene particolarmente severe, dalle multe alla reclusione.
Proseguendo nell’articolo vediamo che:
“…la stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video di cui al primo comma, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento.”
In questo caso, la Legge si riferisce ai cosiddetti “Secondi Distributori”. Chi distribuisce e diffonde a sua volta materiale intimo ricevuto da altre persone, non è esente da colpe, anzi. Chi si macchia di questo reato, riceve la stessa pena di chi diffonde il materiale in prima persona. Quando invece la pena è ancora più grave?
“…la pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi con strumenti informatici o telematici. Inoltre la pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità psichica o fisica o in danno di donne in stato di gravidanza.”
Come vedete, essere legati da un vincolo sentimentale con la persona oggetto di quel materiale è una vera e propria aggravante. Lede non solo l’intimità di una coppia ma la fiducia che quella persona ripone nel suo partner.
E ancora, diffondere questo materiale per via informatica, aumenta la gravità del reato perché aumenta il potenziale pubblico.
Per il nostro paese il Revenge Porn è un reato “plurioffensivo”. Innanzitutto perché lede diversi diritti, dalla dignità alla privacy. Inoltre, viene portato a termine con diverse finalità, non solo quella della vendetta.
A volte, la motivazione è l’umiliazione della persona ripresa nei video. Alle immagini vengono accompagnate anche informazioni strettamente personali che rendono quella persona identificabile senza ombra di dubbio.
Altre volte, invece, si tratta di vera e propria estorsione, perché alla base c’è un vero e proprio ricatto con l’intento di ricavarne un tornaconto economico.
E se i protagonisti sono i minori, non chiamiamolo Revenge Porn, perchè si tratta di pedopornografia.
Se infine, diamo un’occhiata al mondo, vediamo che il Revenge Porn è reato in diversi paesi. Dagli Stati Uniti all’Inghilterra, passando per le Filippine, il primo stato a criminalizzare questa condotta.
Come posso difendermi?
Innanzitutto, dobbiamo citare il ruolo centrale della Polizia Postale nel contrasto quotidiano a questi fenomeni. Esiste, oltre al mezzo di denuncia convenzionale, un sistema per comunicare questi fenomeni direttamente sul sito della Polizia Postale, segnalando non solo la condotta ma anche gli eventuali siti e social dove le immagini personali circolano indisturbate. https://www.commissariatodips.it/segnalazioni/segnala-online/index.html
Il primo consiglio che possiamo darvi è sicuramente quello della tempestività. Agire per tempo, per evitare che i contenuti siano ormai troppo diffusi.
Inoltre, potremmo consigliarvi di non sottovalutare le conseguenze del “sexting”, e cioè della condivisione via messaggio di contenuti estremamente intimi e delicati. E ricordate sempre di proteggere la vostra identità, almeno con gli sconosciuti.
Queste situazioni causano grandi sofferenze, ecco perché la necessità di rivolgersi ad esperti, ad investigatori professionisti, che facciano questo lavoro al posto vostro, scandagliando l’internet alla ricerca di quei contenuti che possono ledere la vostra dignità e i vostri diritti.