La maestra d’asilo costretta a dimettersi per un video hard: i colpevoli a processo

Torna alla ribalta sui quotidiani, una storia cominciata nel 2018, che vale la pena di essere raccontata.

Una storia d’amore come tutte le altre, da una parte una maestra d’asilo e dall’altra un calciatore semi professionista. Una storia durata poco, in realtà, ma caratterizzata da una passione forte che li portava a scambiarsi materiale intimo attraverso i telefonini.
Come spesso accade, la storia finisce poco dopo, ma i suoi strascichi si sono trascinati sino ad oggi.

Maestra d’asilo licenziata per video hard

Scambiati dal ragazzo su una chat di whatsapp dei colleghi del calcio, i video e le foto intime della ragazza, finiscono nelle mani sbagliate. Una foto, in particolare, riporta il nome e il cognome della ragazza, e la identifica completamente.
È una maestra d’asilo della provincia di Torino, uno dei colleghi del calcio la riconosce come maestra del figlio e, da questa identificazione, ha origine una vera spirale di diffusione, condivisione e diffamazione.
Prima ricattata e poi denunciata alla direttrice scolastica, alla ragazza viene consigliato di dimettersi dal suo ruolo, non potendo più gestire il vortice di pettegolezzi sul suo conto.
Questa brutta storia ruota intorno a 5 persone, la maestra, il fidanzato, il collega e la rispettiva moglie, e la direttrice.

I colpevoli a processo

L’ex fidanzato, già pentitosi dell’accaduto, affronterà i servizi sociali per scontare la sua pena, relativa alla diffusione del materiale intimo, conosciuto come Revenge Porn, che punisce questi comportamenti con una pena che va da 1 a 6 anni di reclusione.

Il primo Dicembre, invece, si riaprirà il processo per le altre figure coinvolte, accusate in rassegna di diffamazione, diffusione e di averla costretta alle dimissioni, dopo aver informato i genitori dei suoi alunni circa le sue abitudini intime.

Questa storia, in particolare, concentra la nostra attenzione su quelli che vengono chiamati “reati virtuali” o per dirla all’inglese, Cyber Crimes, ormai estremamente diffusi anche nel nostro paese e che altro non sono che reati commessi, non di persona, ma a mezzo telematico o tecnologico.
Le conseguenze derivanti da questi comportamenti sono spesso delicate e difficili da affrontare. Noi di Nemesis ci teniamo a specificare che, in Italia, non è reato scambiare materiale intimo con altre persone ma lo è diffondere quello stesso materiale con altri, senza il consenso degli interessati.

Non esiste vergogna o pregiudizio, se qualcuno diffonde vostre foto o vostri video siete vittime e meritate tutele. Non esitate a chiedere aiuto.