Gli ormai noti DPCM, che ci hanno tenuto compagnia in tempo di Lockdown nazionale, hanno introdotto, periodicamente, grandi novità anche nel mondo del lavoro.
Una di queste? Il famoso “divieto di licenziamento”.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Cos’è il Divieto di Licenziamento
Il cosiddetto Divieto di Licenziamento, introdotto con il Decreto Cura Italia, una delle prime forme di incentivo e ristoro per le aziende colpite maggiormente dall’emergenza pandemica, stabiliva delle limitazioni nella libertà contrattuale, da sempre riconosciuta a datori di lavoro e dipendenti.
Impedire un licenziamento significava proteggere le categorie fragili dei lavoratori e consegnare altre tutele ai datori di lavoro colpiti dalla crisi.
Introdotto a marzo, è stato riconfermato con il decreto di agosto, ed esteso fino al 31 gennaio 2021. Le ultime novità ed il ritorno, purtroppo, del coronavirus, hanno portato il Governo ad estendere la misura fino a Marzo 2021.
Ma, nella pratica, cosa significa vietare i licenziamenti?
Non posso più licenziare un dipendente?
Parlando di Divieto di Licenziamento, dobbiamo fare una grande distinzione, tra tutti quei licenziamenti definiti oggettivi e quelli definiti soggettivi.
I Licenziamenti bloccati dal governo sono quelli oggettivi, legati a problematiche aziendali, come la crisi che sta colpendo, in larga parte, le aziende italiane.
Ciò che il governo ha stabilito è l’impossibilità di licenziare i propri dipendenti per cause relative alla scarsa produttività, alla crisi aziendale, a tutto quanto sia direttamente conseguente ad una grande crisi globale come una pandemia.
Un evento così tragico diventa velocemente un problema, non solo sanitario, ma anche e soprattutto economico.
È stato quindi compito del governo creare ed immaginare altre misure, per permettere ai datori di lavoro di assicurare il posto di lavoro ai loro dipendenti.
Ma il Divieto di Licenziamento non necessariamente significa un divieto assoluto di licenziare un proprio dipendente.
Come dicevamo, sono escluse da questa misura le cause soggettive di licenziamento, inserendo in queste, per esempio, la Giusta Causa.
Quindi posso licenziare un dipendente sotto COVID-19 per giusta causa?
E la risposta è sì. Assolutamente.
Il Licenziamento per Giusta Causa è quella tipologia di licenziamento legata a cause molto gravi che, spesso, impediscono il corretto proseguimento del rapporto di lavoro.
In linea generale, le cause sono queste in elenco:
- Le false malattie o l’utilizzo fraudolento del permesso 104
- Il lavoro svolto per terze persone, durante il periodo di malattia
- Insubordinazione
- Furti in azienda
- Sabotaggio su materiali o macchinari
- Il rifiuto costante di svolgere le proprie mansioni
- Il rifiuto di trasferimento
- Le timbrature false
- L’assenteismo
- Condotte penalmente rilevanti che sono completamente incompatibili con il rapporto di lavoro e di fiducia.
Come potete vedere, sono condotte che vanno a minare il rapporto di lavoro dalle sue fondamenta, ecco perché il Governo stesso ha ritenuto di poter salvare questa misura dal famoso divieto di licenziamento. E’ quindi possibile licenziare un dipendente sotto COVID-19 nel momento in cui si presenti una situazione di Licenziamento per Giusta Causa.
Come possono aiutarvi le Agenzie Investigative?
Le Agenzie di Investigazione come Nemesis Company intervengono di frequente in contenziosi relativi ai licenziamenti. Le indagini aziendali impegnano una buona parte del lavoro di un investigatore.
In realtà, le indagini legate al mondo del lavoro non si sono fermate durante il Lockdown, anzi. Anche la nuova modalità lavorativa dello “smart working” non ha fermato i datori di lavoro nella ricerca delle prove idonee a licenziare un dipendente disonesto.
Perciò non attendete oltre, contattate Nemesis, anche per una semplice consulenza sui vostri dubbi. Sapremo aiutarvi e consigliarvi la soluzione più idonea alla vostra situazione.