Nell’ambito delle indagini aziendali, l’assenteismo è forse uno dei fenomeni più diffusi.
Vediamo insieme se si può investigare sui dipendenti assenti, cosa significa “assenteismo tattico” e se si può licenziare un dipendente che si assenta dal lavoro.
Cosa si intende per assenteismo sul lavoro
Quando parliamo di assenteismo ci riferiamo al fenomeno sempre più diffuso delle assenze dal proprio posto di lavoro.
Seppur siamo soliti dare all’assenteismo un valore estremamente negativo, dobbiamo però confermare che esiste una sorta di assenteismo “buono”, da accostare a quello “cattivo”.
Sono diverse le situazioni in cui un lavoratore dipendente può assentarsi dal lavoro, a partire dalle ferie, permessi retribuiti o permessi per la legge 104, fino ad arrivare alle malattie e agli infortuni e, per le donne, alle gravidanze.
Se queste assenze sono provate e autorizzate, niente vieta al lavoratore di prendere una pausa dal lavoro per i già citati motivi.
L’assenteismo che definiamo, invece, cattivo, sussiste quando di questi permessi e di queste assenze ci sia un vero e proprio abuso, quando queste pause dal lavoro siano quindi utilizzate in modo fraudolento e non per i motivi esposti.
Non ci addentreremo nell’analisi degli abusi delle malattie o dei permessi 104, come abbiamo già fatto in articoli precedenti, ma vogliamo porre l’attenzione sul fenomeno definito “Assenteismo tattico”. Vediamo di cosa si tratta.
Cos’è l’Assenteismo Tattico?
L’assenteismo in oggetto viene definito tattico, proprio perché presuppone una sorta di “strategia”, una volontarietà premeditata, soprattutto nella scelta dei giorni di assenza.
Vi sarà capitato di avere un collega che sistematicamente sceglie di assentarsi dal lavoro in vista di un weekend lungo o di un ponte? O che si mette in malattia prima di una festività?
Questi, e tanti altri, sono tutti casi di assenteismo tattico.
La nostra legislazione si è occupata di questo tipo di assenteismo già negli anni ‘90, collegandola però allo scarso rendimento, conseguente alle assenze frequenti.
In realtà, lo scarso rendimento è valutabile solo dal datore di lavoro e non da un tribunale o, eventualmente, un investigatore privato. Ma quindi, posso licenziare un dipendente che si assenta dal lavoro ?
La Cassazione nel 2014 ha risolto questo quesito, intervenendo nel merito e confermando che l’assenteismo tattico è di certo causa di licenziamento.
La sentenza n.18678 del 2014, in particolare, cita il caso di un dipendente particolarmente metodico e “attento” nella scelta dei suoi giorni di ferie/permesso/malattia.
Il lavoratore utilizzava i suoi giorni di libertà per allungare ponti, festività, e per evitare i turni più pesanti, come quelli notturni ad esempio, dando comunicazione all’ultimo minuto, ponendo in difficoltà l’azienda che, in tutta fretta, doveva ricorrere alla sua sostituzione, creando malcontento anche tra gli altri dipendenti.
Questi numerosi giorni di malattia hanno di certo creato uno scarso rendimento da parte del lavoratore, ma non solo. Secondo la nostra Corte era sufficiente la “strategia” messa in atto dal dipendente per giustificare il suo licenziamento.
Come provare l’assenteismo del dipendente
Le varie sentenze delle nostre Corti di Giustizia hanno sempre sottolineato quanto fosse prezioso il ruolo degli investigatori nell’ambito delle indagini aziendali.
Le indagini svolte dagli investigatori, attraverso rilevamenti statici, come fotografie e video o dinamici, come i pedinamenti del dipendenti, hanno sempre fornito ai datori di lavoro prove solide per tutelarsi nelle sedi opportune.
Se sospettate che un vostro dipendente si assenti tatticamente dal lavoro, contattate un esperto e trasformate quel sospetto in certezza.