Si può possedere un’arma per difesa personale?

Alla luce di alcuni fatti di cronaca molto recenti, occorre fare un approfondimento sulla normativa italiana relativa al porto d’armi. In particolare, su quello legato alla legittima difesa.
Vediamo insieme se nel nostro paese è possibile possedere un’arma per difesa personale.

Che cos’è il porto d’armi?

Come sempre, partiamo dalla sua definizione. Il Porto d’armi non è altro che una licenza amministrativa, rilasciata dalla Prefettura di riferimento territoriale, che legittima un cittadino a portare un’arma.
Si può dire che questa licenza sia una licenza “vecchio stampo”. La sua normativa è infatti regolata dal Testo Unico di Pubblica Sicurezza, testo del Regno d’Italia datato 1931, sopravvissuto con qualche modifica all’avvento della Repubblica.
Quando parliamo di Porto d’Armi dobbiamo, però, necessariamente distinguere diverse tipologie. Esistono infatti:

  • Il Porto d’Armi per uso sportivo
  • Quello per la Caccia
  • E il Porto d’Armi per Difesa Personale

Il Porto d’Armi per uso sportivo è quello che si richiede per esercitare sport quali il tiro a volo o il tiro a segno. Ha una validità di 5 anni dal rilascio.
Il Porto d’Armi per la caccia, detto anche, per attività venatoria, si richiede per il trasporto e l’uso dei fucili da caccia. Il suo impiego è però sottoposto ad alcune limitazioni. Può essere utilizzato infatti solo nei periodi di caccia e nelle aree riservate. Ha una valenza di 6 anni.

Veniamo infine al Porto d’Armi che ci interessa, protagonista del nostro approfondimento. Quello per difesa personale. Vediamo insieme le sue caratteristiche.

Si può possedere un’arma per difesa personale

Il porto d’armi per difesa personale

Il rilascio del Porto d’Armi per legittima difesa, a differenza dei precedenti, avviene in via discrezionale. In poche parole, sarà la Prefettura stessa a decidere se concedere oppure no questa licenza. E questa concessione va rivista e rinnovata ogni anno.

La decisione del Prefetto dipende dalla motivazione esposta per la legittimazione al possesso e al trasporto di un’arma. Possedere un’arma per difesa personale, presuppone, infatti, che esista un valido motivo, serio e certificato. Questo motivo serve per scremare le numerosissime richieste che, di volta in volta, giungono negli edifici governativi. 

Non esiste un vero e proprio elenco di motivazioni che legittimano questo tipo di porto d’armi ma, generalmente, si tende a concederlo a chi per lavoro incontra pericoli più o meno gravi, come per esempio:

  • Il trasporto di gioielli e valori
  • Commercio di materiale prezioso o trasporto di denaro

È inevitabile, infatti, che chi svolga certe professioni sia esposto ai pericoli più di altri.

Inoltre, il porto d’armi per difesa personale viene solitamente concesso a chi è sottoposto a minacce per la sua incolumità, con aggressioni e addirittura rischi di sequestro.

In realtà l’analisi su queste motivazioni è molto stringente, esiste infatti una moltitudine di reati legati alle armi, soprattutto a quelle detenute illegalmente, a partire dal porto abusivo di armi descritto dall’art. 699 del codice penale:

“Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, quando la licenza è richiesta, porta un’arma fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, è punito con l’arresto fino a diciotto mesi.”

Per concludere la nostra analisi sul porto d’armi, vogliamo ribadire, con forza, che in Italia non esiste la “giustizia fai da te”. Il porto d’armi per difesa personale è appunto una difesa e  l’uso delle armi, anche se autorizzato, mai deve sfociare nell’offesa o nell’eccesso della difesa stessa.