Quando si parla di abbandono dei minori bisogna necessariamente distinguere due situazioni separate: il reato di abbandono e lo stato di abbandono. Vediamole insieme e analizziamo le differenze.
Il Reato di Abbandono di Minore
Bambini abbandonati nelle auto poi dimenticate al sole, figli lasciati sul bagnasciuga per raggiungere amici e fidanzati altrove, sono alcune delle storie agghiaccianti da cronaca nera dell’estate… e non solo. Abbandonare i minori è un reato. Un reato comune che viene spesso commesso dai genitori. In particolare, è chiamato Reato di Abbandono del Minore o dell’Incapace e risponde all’art. 591 del codice penale:
“Chiunque abbandona una persona minore degli anni 14 ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, di provvedere a se stessa e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
La pena è della reclusione da uno a sei anni se dal fatto deriva una lesione personale, da tre a otto anni se ne deriva la morte.
Le pene sono aumentate se il fatto è commesso dal genitore, dal figlio o dal coniuge ovvero dall’adottante o dall’adottato.”
Le storie di abbandono, purtroppo, si moltiplicano e alcune arrivano nelle aule di giustizia. Per esempio, è questo il caso della sentenza di Cassazione n. 44657 del 2021, che ha portato alla condanna, anche grazie all’azione dell’investigatore privato, di una madre colpevole di lasciare i suoi figli nella sua automobile mentre lei frequentava locali notturni. Nella sentenza si legge, in particolare: “indubbia la sussistenza di un pericolo, quantomeno potenziale, per l’incolumità dei medesimi, quando i minori vengano lasciati molte ore trascorse nel ristretto abitacolo della vettura, in orario notturno che non favorisce il diffuso presidio dei luoghi, sia quando manchi la sorveglianza.”
Come vedete, il reato presuppone un’azione, una condotta attiva che porta all’abbandono di un minore o di un incapace e che lo priva delle cure e dell’assistenza di cui necessita anche solo per alcune ore. Lo stato di abbandono, invece, indica una condizione, prolungata nel tempo. Vediamolo insieme.
Lo Stato di Abbandono del Minore
Come anticipato lo Stato di Abbandono è invece una condizione che ricorre quando un minore viene lasciato ripetutamente senza cure e senza assistenza dai genitori o da chi dovrebbe prendersene cura.
Lo stato di abbandono non dipende da difficoltà economiche, che sono spesso transitorie, ma da un totale disinteresse per la vita, l’educazione e la salute di un minore.
Non è necessario infatti che il minore venga abbandonato fisicamente, anzi. Spesso, i minori in questo stato vivono nelle loro case, dove vengono totalmente ignorati dai genitori o dai parenti.
Inoltre, quando si parla di stato di abbandono non ci si riferisce soltanto ad omissioni ma anche ad azioni. Sono considerabili in stato di abbandono anche i minori che subiscono violenze ed abusi e minori vittime della cosiddetta violenza assistita, il tipo di violenza indiretta che colpisce chi assiste ad episodi di abusi su qualcun altro. Lo stato di abbandono può essere dichiarato esclusivamente dal giudice e solo in casi estremi.
La nostra normativa riconosce infatti il valore della famiglia e non allontana i minori dai genitori se non in casi irrecuperabili.
Lo stato di abbandono, inoltre, è il preludio all’adozione. Chi versa in stato di abbandono dichiarato dal giudice competente, può essere infatti adottato o affidato ad altre famiglie.
Anche in questi casi estremamente delicati e drammatici, l’investigatore può rivelarsi un buon alleato. Vediamo perché.
Cosa può fare l’investigatore in casi di abbandono del minore?
L’investigatore privato è uno dei migliori alleati per le famiglie, soprattutto quelle in difficoltà. Le investigazioni private, da sempre, risolvono grandi e piccoli problemi familiari, con delicatezza e riservatezza.
Nel caso dell’abbandono dei minori, l’investigatore può offrire il suo aiuto ai genitori separati, non convinti delle capacità genitoriali dell’altro coniuge o a tutti i parenti che, per legge, possono essere chiamati ad occuparsi del minore in difficoltà. Non dimentichiamo, per esempio, l’importante ruolo dei nonni che, in queste situazioni, sono spesso i primi ad accorgersi che qualcosa non funziona per il verso giusto. Perciò non aspettate che sia troppo tardi e che le situazioni prendano una piega irrimediabile. Chiedete la consulenza di un investigatore e affidatevi alla sua esperienza.