La notizia è di qualche giorno fa, la Apple inserirà, nei prossimi dispositivi, uno strumento atto a riconoscere il materiale pedopornografico. L’Unione Europea, invece, si accinge a varare il Regolamento ChatControl, per il contrasto agli abusi sui minori.
Perché queste scelte così radicali? Vediamo insieme cos’è la pedopornografia e la sua pericolosa diffusione.
Cosa è la Pedopornografia
Abbiamo dedicato un articolo alla pedofilia e alle sue tante declinazioni. La pedopornografia è la sua dimensione, reale e virtuale, più pericolosa e sconcertante.
La pedopornografia non è altro che la pornografia che ritrae i più giovani, non solo i bambini quindi, come siamo abituati a pensare, ma anche i ragazzi.
È chiaramente reato ed è punita dall’art 600 ter del nostro codice penale:
“È punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da 24000 mila a 240000 euro, chiunque:
- Utilizzando minori di anni diciotto, realizza esibizioni o spettacoli pornografici ovvero produce materiale pornografico;
- Recluta o induce minori di anni diciotto a partecipare a esibizioni o spettacoli pornografici ovvero dai suddetti spettacoli trae altrimenti profitto;
Alla stessa pena soggiace chi fa commercio del materiale pornografico di cui al primo comma.”
La nostra legge si concentra sulla parola Commercio e sulla parola Produzione, sottolineando ancora una volta la pericolosità dello scambio e della monetizzazione di certi materiali. Nel comma successivo, inoltre, ci ricorda che non è punito soltanto chi crea questo materiale, ma anche chi lo divulga. Vengono chiamati in gergo “secondi distributori” ma non sono esenti da responsabilità, anzi:
“Chiunque al di fuori delle ipotesi di cui al primo e al secondo comma, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, diffonde o pubblicizza il materiale pornografico di cui al primo comma, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento e allo sfruttamento sessuale di minori di anni diciotto, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 2582 euro a 51645 euro.”
Ma attenzione, perché il nostro ordinamento punisce anche chi detiene questo materiale. Non è necessario creare, commercializzare o divulgare, basta esserne in possesso. Come possiamo vedere nell’art 600 quater, che punisce la detenzione di materiale pedopornografico:
“Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste dall’art 600 ter, consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico realizzato utilizzando minori di anni 18 è punito con la reclusione fino a tre anni o con la multa non inferiore a 1549 euro.
La pena è aumentata ove il materiale detenuto sia di ingente quantità.”
Chiaramente, c’è differenza di responsabilità tra i soggetti che producono e rivendono questo materiale e tra chi semplicemente ne è in possesso. Ma la nostra legge non prevede sconti. Questi reati sono atroci e come tali vanno puniti. Vediamo insieme le statistiche di questo fenomeno nel nostro paese.

Statistiche
Secondo il CNCPO (Centro per il Contrasto della Pedopornografia), le statistiche sono allarmanti. Nell’anno 2020, complice la pandemia e l’isolamento, sono stati commessi il 77% in più di reati contro i minori. In particolare, si sono verificati il 132% di episodi di pedopornografia e nel 2021 procedono a ritmi catastrofici.
In linea generale, sempre secondo il CNCPO, la pedopornografia è aumentata del 333% in soli dieci anni.
In queste statistiche così drammatiche, pesa purtroppo l’intervento dei giovanissimi. Vediamo perché.
Perché i giovani?
Siamo molto lontani dai tempi in cui la pedopornografia era prerogativa esclusiva di mostri, reali o virtuali. Oggi, la pedopornografia risente dell’influenza dei giovani e dei loro comportamenti sconsiderati. I reati a sfondo sessuale commessi dai minori, contro i minori, sono aumentati del 213%. L’età degli autori di questi reati varia dai 16 anni ad età addirittura non imputabili (under 14). I motivi sono i più disparati e, nella quasi totalità dei casi, i minori non sono consapevoli della portata delle loro azioni. Si tratta della condivisione di foto sessualmente esplicite, o della minaccia verso un coetaneo di rivelare video o foto intime, a scopo di bullismo o cyberbullismo. A volte, si tratta invece di vero e proprio Revenge Porn, commesso da ragazzini che condividono le foto delle ex fidanzatine per vendetta.
Come vedete, la casistica è molto varia. È difficile fare prevenzione su questi fenomeni ma, i giusti esperti, possono aiutarvi a risolvere anche queste situazioni così drammatiche.