Si può controllare il cellulare dei figli?

Abbiamo dedicato uno dei primi articoli del nostro blog al controllo degli adolescenti, (“È possibile controllare i figli adolescenti? – INVESTIGAZIONI“) perché sono numerosi i genitori che contattano le Agenzie Investigative per questi servizi. La maggior parte di loro ha però paura di poter violare la privacy dei propri figli.
Perciò, attraverso l’analisi dei doveri dei genitori, vediamo insieme se è possibile controllare cellulari, computer o social dei figli minori.

Si può controllare il cellulare dei figli

Dovere o Invadenza?

La nostra analisi deve partire, obbligatoriamente, dai doveri dei genitori, che la legge stabilisce senza indugi. Padri e madri, come da art. 147 del nostro codice civile, hanno il dovere di “Mantenere, educare, istruire, assistere moralmente i figli”.

Sui genitori pendono, in linea molto generale, un dovere di educazione e un vero e proprio dovere di vigilanza. Vi basti ricordare che, per esempio, i genitori sono ritenuti responsabili degli atti e dei comportamenti dei loro figli, quando questi non possono essere puniti.

L’educazione dei figli incontra però non pochi ostacoli. Ecco perché i genitori sono tenuti ad un ulteriore dovere di controllo, che spesso si scontra con la privacy dei propri figli. Ma il dovere di controllo potrà mai giustificare una vera e propria invadenza?

In realtà, quando si tratta della privacy dei loro figli, i genitori non hanno nessun dovere (e nessun diritto) all’invadenza, a meno che non si tratti di situazioni gravi.
I figli non sono “parte” dei genitori, sono persone che godono di una privacy indipendente e come tale, questa privacy, deve essere rispettata.
A questo proposito, si è espressa in maniera molto chiara la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (ratificata dallo Stato italiano con la legge 27 maggio 1991, n. 176), con l’art. 16 che citiamo integralmente:

“Nessun fanciullo sarà oggetto di interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata, nella sua famiglia, nel suo domicilio o nella sua corrispondenza, e neppure di affronti illegali al suo onore e alla sua reputazione. Il fanciullo ha diritto alla protezione della legge contro tali interferenze o tali affronti.”

Non solo la Convenzione dei diritti dell’infanzia ma anche il nostro codice penale si esprime nello stesso senso, come da art. 617 che recita:

“Chiunque, fraudolentemente, prende cognizione di una comunicazione o di una conversazione, telefoniche o telegrafiche, tra altre persone o comunque a lui non dirette, ovvero le interrompe o le impedisce è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni

Come dicevamo, non importa che a violare la loro riservatezza siano i genitori, la privacy dei minori va protetta come quella degli adulti. 

A questo punto dell’articolo proveremo a metterci nei panni dei genitori che stanno leggendo e che si staranno sicuramente domandando, nella pratica, cosa sia lecito controllare e cosa no. Vediamolo insieme.

Cosa si può fare e cosa può fare l’investigatore?

Per risolvere questa contraddizione, che lega i doveri di vigilanza e controllo all’impossibilità di violare la privacy dei propri figli, è intervenuta come sempre la nostra suprema Corte, quella di Cassazione.
In una sentenza del 2014, ed in maniera molto chiara e trasparente, la Cassazione ha posto i limiti all’invadenza dei genitori nella vita privata dei loro figli.
Nella sentenza n. 41192 del 2014, si valutava la condotta di un padre che aveva indebitamente registrato le conversazioni telefoniche dei suoi figli minori con la madre. Nel testo della sentenza si leggono due passaggi fondamentali che sgombrano il campo da qualsiasi fraintendimento. Il primo:

i figli sono soggetti “altri” rispetto al padre e tanto basta per ritenere integrata la condizione di tipicità del fatto.”

Andando a confermare che la privacy dei figli va rispettata perché soggetti a sé stanti. Ed il secondo, invece: 

il diritto/dovere di vigilare sulle comunicazioni del minore da parte del genitore non giustifichi indiscriminatamente qualsiasi altrimenti illecita intrusione nella sfera di riservatezza del primo ma solo quelle interferenze che siano determinate da una effettiva necessità, da valutare secondo le concrete circostanze del caso e comunque nell’ottica della tutela dell’interesse preminente del minore e non già di quello del genitore“.

Come vedete, la Corte stabilisce con chiarezza che l’intrusività nella vita dei figli è accettabile solo in casi estremi e di necessità. Per intenderci, non sarà possibile controllare il telefono, e allo stesso modo i social o il computer, per curiosità ma solo per il sospetto che qualcosa di grave stia accadendo.

Per evitare di incappare in situazioni al limite, vi ribadiamo come sempre l’importanza del sostegno dell’investigatore. Esistono metodi investigativi più canonici e più risolutivi che non coinvolgono i cellulari. Pedinamenti, controllo visivo, ricerca di cattive frequentazioni o situazioni problematiche come l’utilizzo di stupefacenti o l’abuso di alcol. E ancora, controlli generici sulla situazione scolastica o privata, alla ricerca di prove di bullismo o persecuzioni.L’intervento di un professionista esterno alla situazione, di sicuro alleggerisce il peso emotivo degli eventi e, inoltre, vi permette di risolvere il problema nei tempi più utili.

Vorremmo terminare provando a darvi un consiglio di comportamento: cercare le risposte ai vostri dubbi sui cellulari o sui social è la strada più semplice. Se provate ad aprirvi con i vostri figli, forse, loro faranno lo stesso.

controllare se il partner ti tradisce

Cerchi un investigatore privato per controllare i tuoi figli?