Si può indagare sul datore di lavoro?

Molti dei nostri articoli, relativi alle indagini aziendali, approfondivano le investigazioni sui dipendenti. Oggi vogliamo affrontare l’argomento opposto, e quindi capire se è possibile indagare su un datore di lavoro. Vediamolo insieme.

Il datore di lavoro e la falsa malattia

Le false certificazioni di malattia, così come le assenze fraudolente di un dipendente, sono le cause più frequenti di sanzioni e licenziamenti. Ci siamo occupati diverse volte delle false malattie e dell’assenteismo dei dipendenti, ma esiste un caso in cui può essere punito e perseguito anche il datore di lavoro. Le false malattie imposte ai lavoratori.

Ne abbiamo già parlato in un altro articolo (“il datore di lavoro può impormi di mettermi in malattia“), ma vale la pena ricordarne le conseguenze:

Un datore di lavoro, che impone la malattia ai suoi dipendenti, fa questa scelta per un solo motivo, quello di scaricare l’onere della retribuzione all’Inps. A queste azioni ricorrono, infatti, i datori di lavoro che affrontano crisi economiche o aziendali.
In questo caso però, si tratta di una vera e propria truffa ed il lavoratore è istigato dal datore di lavoro a commettere un illecito.

Si può indagare sul datore di lavoro

Il datore di lavoro e il Mobbing

Quando parliamo di Mobbing ci riferiamo ad una

“Sistematica persecuzione esercitata sul posto di lavoro da colleghi o superiori nei confronti di un individuo, consistente per lo più in piccoli atti quotidiani di emarginazione sociale, violenza psicologica o sabotaggio professionale, ma che può spingersi fino all’aggressione fisica”

Il mobbing può essere portato a termine da diverse persone, con diversi ruoli.
Potete trovare le diverse tipologie di Mobbing nel nostro articolo precedente (“Mobbing: a chi rivolgersi? – INVESTIGAZIONI“), ma i comportamenti che ci interessa ricordare in questo articolo sono sostanzialmente due: quelli che danno origine al mobbing gerarchico e al mobbing strategico, detto anche Bossing.

Il Mobbing Gerarchico si verifica quando è un superiore, generico, ad avere comportamenti ambigui, aggressivi o isolanti, con un sottoposto. È un tipo di mobbing molto diffuso, che punta all’isolamento della vittima e alla creazione di uno stato di ansia perdurante nel tempo. È il mobbing direttamente collegato all’abuso di potere, per intenderci.
Il Bossing, invece, viene chiamato anche Mobbing Strategico perché punta alle dimissioni del lavoratore. In questo caso, il datore di lavoro crea volontariamente un’atmosfera lavorativa insostenibile che, spesso, spinge i lavoratori a lasciare il proprio posto di lavoro.
Il mobbing nel nostro paese non è reato. Ma le sue condotte si avvicinano ai reati di Maltrattamenti e di Lesioni personali. Ecco perché è possibile denunciare questi comportamenti, e il datore di lavoro, dopo aver raccolto le prove adatte a dimostrarli.

Il datore di lavoro e l’estorsione

L’ultimo caso di cui vogliamo occuparci è quello dell’estorsione da parte del datore di lavoro. Nel nostro ordinamento, l’estorsione è punita dall’art. 629 del codice penale:

“Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a  fare o ad omettere qualche cosa, procura a se’ o  ad  altri  un  ingiusto profitto con altrui danno, e’ punito con la reclusione  da  cinque  a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000.”

E come si concilia questa descrizione con il rapporto di lavoro? A questo proposito ci vengono in aiuto tre sentenze della Corte di Cassazione, che ci spiegano perché un datore di lavoro può commettere estorsione nei confronti dei lavoratori:

  • La Sentenza n. 50074/2013 stabilisce che minacciare il licenziamento è sufficiente ad integrare il reato di estorsione;
  • La Sentenza n. 18727/2016 invece, stabilisce che è estorsione ogni qualvolta che il datore di lavoro obblighi i lavoratori ad accettare condizioni di lavoro contrarie alla legge, minacciando la perdita del posto.
  • E invece la Sentenza 25979/2018, la più recente, ribadisce che non è necessario che questa minaccia sia scritta o espressa. È sufficiente che la stessa sia “velata” o mascherata. 

Ma quali sono le condizioni inaccettabili imposte da un datore di lavoro? Innanzitutto il lavoro nero, seguito dagli straordinari non retribuiti, dai compensi inferiori alla contrattazione collettiva, per arrivare alla rinuncia di congedi o permessi. Un’ulteriore caso di estorsione, è poi costituito dalle famose “dimissioni in bianco”, lettere di dimissione già firmate dai lavoratori e usate all’occorrenza dal datore di lavoro.

In tutti questi casi, il supporto dell’investigatore privato è fondamentale.
L’abbiamo ribadito più volte, le investigazioni aziendali sono, attualmente, le più richieste e le più proficue. L’investigatore, con le sue azioni mirate, riesce sempre a consegnare un fascicolo nutrito di prove a sostegno dei diversi provvedimenti.
Il supporto al datore di lavoro, nella ricerca dei dipendenti disonesti, è parallelo al supporto dedicato ai dipendenti stessi che si trovano, loro malgrado, ad affrontare e sopportare situazioni al limite della legalità. Perciò, non temete ritorsioni, incaricate un investigatore privato e difendete i vostri diritti.

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