La misura della certificazione verde, prevista dal Governo per arginare l’emergenza pandemica, ha fatto il suo ingresso nei luoghi di lavoro. Non tutti i dipendenti, però, ne sono in possesso. Vediamo insieme se un dipendente sprovvisto di Green Pass può mettersi in malattia e quali sono le conseguenze.
Il Green Pass nei luoghi di lavoro
Non ci dilungheremo sulle caratteristiche del Green Pass, al quale abbiamo dedicato un intero articolo, ci concentriamo, invece, sul Green Pass nel mondo del lavoro.
Come ben saprete, dal 15 ottobre la certificazione verde è obbligatoria per l’ingresso nei luoghi di lavoro. E a partire da quella data, qualcosa è cambiato. Sono esponenzialmente cresciute le richieste di malattia dei dipendenti:
Venerdì 15 ottobre, giorno di ingresso del Green Pass nelle aziende, sono stati presentati oltre 94 mila certificati, venerdì 22 ottobre, invece, 90 mila e lunedì 18 ottobre addirittura 192 mila richieste di malattia.
La maggioranza dei certificati di malattia è giunta per il 71% dal settore privato.
Non è scontato che questo aumento esponenziale delle malattie derivi soltanto dal controllo del Green Pass ai lavoratori, ci troviamo nei mesi autunnali e lo sbalzo di temperatura potrebbe aver causato qualche malessere in più. Ma cosa succede se quel certificato di malattia è direttamente collegato al Green Pass?
Malattia e Green Pass
Facciamo subito una piccola precisazione: i dipendenti che si sono conformati all’obbligo del green pass, e alla sua esibizione, possono mandare certificato di malattia come sempre, per qualsiasi malessere o malanno di stagione, mantenendo la loro retribuzione.
Chi non ne è in possesso e si mette in malattia, invece, non ha diritto alla retribuzione.
Qualche caso particolare? Per esempio, quello di chi sia stato pizzicato a lavoro senza il green pass, o il caso di chi si sia sempre sottratto all’esibizione del certificato, richiesto dal datore di lavoro. La malattia, in questo caso, non dà origine a retribuzione, viene infatti comparata ad una sospensione dal lavoro. Per invertire la rotta, il lavoratore dovrà esibire il green pass, ed in quel caso rientrerà in possesso della retribuzione e del suo posto in azienda.
Medesima situazione si verifica anche nel caso delle ferie. Chi ne fa richiesta per sfuggire al controllo del Green Pass sarà considerato assente, esattamente come nel caso della malattia.
Diversa è invece la situazione di chi non ha mai presentato il green pass perché si è messo in malattia prima dell’obbligo dello stesso o, comunque, in concomitanza dell’obbligo.
Questi lavoratori avranno l’obbligo dell’esibizione del Green Pass al rientro in azienda ma, in questi casi, risulta difficile verificare che il lavoratore abbia richiesto la malattia in malafede.
Ecco perché la legge consente una sorta di soluzione alternativa: l’aiuto dell’investigatore privato.
Cosa può fare l’investigatore
Innanzitutto, è doveroso fare una premessa. Chi viene scoperto sul luogo di lavoro senza il Green Pass non può essere licenziato. Questi lavoratori vengono infatti sospesi e sostituiti, come prevede la normativa più recente. Diverso è il caso di chi, invece, utilizza la malattia per motivi fraudolenti, tra i quali appunto il tentativo di sottrarsi al controllo del Green Pass. I datori di lavoro possono, in questi casi, richiedere e ricevere l’aiuto dell’investigatore.
Con i mezzi tipici delle indagini aziendali, l’investigatore potrà provare l’avvenuto abuso della malattia: osservazioni, pedinamenti, appostamenti, raccolta di fotografie e video e una relazione completa sugli avvenimenti, che potranno essere utilizzati dal datore di lavoro per dare seguito ai provvedimenti disciplinari più consoni.
Vi ricordiamo che, attualmente, le indagini aziendali ricoprono un ruolo estremamente rilevante nella risoluzione delle controversie di lavoro. Perciò lasciate che un professionista certificato vi aiuti a risolvere le vostre problematiche.